sabato 28 marzo 2009
Maiuscola
La lettera maiuscola si usa all'inizio di un componimento, dopo il punto fermo, i due punti (nel discorso diretto), il punto esclamativo (!), il punto interrogativo (?), con i nomi propri di persona (Luigi), cognomi (Bianchi), animale (Bobby), città (Caserta), piazza (della Signoria) , via (Roma), opere d'arte (Gioconda), pubblici uffici (Prefettura), società (Croce Rossa), titoli dei giornali (Il Mattino), fiumi (Volturno), nomi che indicano sollenni festività religiose (Pasqua) e civili (Primo Maggio).
Alfabeto
L'alfabeto della lingua italiana si compone di 21 segni ( 16 consonanti e 5 vocali) e possono essere sia minuscole che maiuscole.
A queste 21 lettere vanno ad aggiungersi altre 5 lettere di derivazione greco-romana o straniera.
E' bene conoscere la successione alfabetica in quanto ci tornerà utile per la composizione di elenchi di nomi, per consultare il vocabolario, per schedari, registri, elenchi telefonici...
Per predisporre in ordine alfabetico parole inizianti con la medesima lettera, si prende in considerazione la seconda lettera; se anche questa risulta uguale si considera la terza, e così via.
Poesie
Campane di Pasqua
Campane di Pasqua festose
che a gloria quest'oggi cantate,
oh voci vicine e lontane
che Cristo risorto annunciate,
ci dite con voci serene:
"Fratelli, vogliatevi bene!
Tendete la mano al fratello,
aprite la braccia al perdono;
nel giorno del Cristo risorto
ognuno risorga più buono!"
E sopra la terra fiorita,
cantate, oh campane sonore,
ch'è bella, ch'è buona la vita,
se schiude la porta all'amore.
Poesia
Poesie
Dall'uovo di Pasqua
Gianni Rodari
Dall'uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace,
abbasso la guerra".
Poesie
L'inverno è ormai passato
L’inverno è ormai passato,
l’epoca delle piogge se n’è andata.
I fiori sono apparsi sulla terra
Ed in questo momento è primavera.
E’ tempo di cantare.
La voce della tortora è nell’aria,
e il fico ha messo i primaticci teneri:
le viti in fiore mandano profumi.
(Da Il Cantico dei cantici)
L’inverno è ormai passato,
l’epoca delle piogge se n’è andata.
I fiori sono apparsi sulla terra
Ed in questo momento è primavera.
E’ tempo di cantare.
La voce della tortora è nell’aria,
e il fico ha messo i primaticci teneri:
le viti in fiore mandano profumi.
(Da Il Cantico dei cantici)
domenica 22 marzo 2009
Carnevale
Riciclo
Proverbi antichi
Tunno so’ ma nun so’ rota,
verde so’ ma nun song’erba,
levo ’a sete e acqua nun so’…
anduvinele si può.
(’O mellone)
Nun so’ femmena e porto ’a vesta,
songo pate e nun so’ pate:
si murite nun faccio festa,
ma me faccio na cantata.
(’O prevete)
Povera vecchia sta ncatena,
sta ncatena cu ’o fierro ô pere:
quanno allucca ’a gente vene,
si tire o muolle nun se ne vene.
(’A campana)
Vocaboli
Strangulapriévete = gnocchi semplici, fatti in casa con acqua, farina e sale.
’O mellone = L'anguria.
’O prevete = Il prete.
’O maccarone = Tipo di pasta: penne.
’A vunnella = La gonna.
’O cazone = Il pantalone.
Mummara = Piccola anfora di terracotta per l'acqua con due anse.
Libertà
Libertà
Sui miei quaderni di scolaro
Sui miei banchi e sugli alberi
Sulla sabbia e sulla neve
Io scrivo il tuo nome
Su tutte le pagine lette
Su tutte le pagine bianche
Pietra sangue carta cenere
Io scrivo il tuo nome
Sulle dorate immagini
Sulle armi dei guerrieri
Sulla corona dei re
Io scrivo il tuo nome
Sulla giungla e sul deserto
Sui nidi sulle ginestre
Sull'eco della mia infanzia
Io scrivo il tuo nome
Sui prodigi della notte
Sul pane bianco dei giorni
Sulle stagioni promesse
Io scrivo il tuo nome
Su tutti i miei squarci d'azzurro
Sullo stagno sole disfatto
Sul lago luna viva
Io scrivo il tuo nome
Sui campi sull'orizzonte
Sulle ali degli uccelli
Sul mulino delle ombre
Io scrivo il tuo nome
Su ogni soffio d'aurora
Sul mare sulle barche
Sulla montagna demente
Io scrivo il tuo nome
Sulla schiuma delle nuvole
Sui sudori dell'uragano
Sulla pioggia fitta e smorta
Io scrivo il tuo nome
Sulle forme scintillanti
Sulle campane dei colori
Sulla verità fisica
Io scrivo il tuo nome
Sui sentieri ridestati
Sulle strade aperte
Sulle piazze dilaganti
Io scrivo il tuo nome
Sul lume che s'accende
Sul lume che si spegne
Sulle mie case raccolte
Io scrivo il tuo nome
Sul frutto spaccato in due
Dello specchio e della mia stanza
Sul mio letto conchiglia vuota
Io scrivo il tuo nome
Sul mio cane goloso e tenero
Sulle sue orecchie ritte
Sulla sua zampa maldestra
Io scrivo il tuo nome
Sul trampolino della mia porta
Sugli oggetti di famiglia
Sull'onda del fuoco benedetto
Io scrivo il tuo nome
Su ogni carne consentita
Sulla fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Io scrivo il tuo nome
Sui vetri degli stupori
Sulle labbra intente
Al di sopra del silenzio
Io scrivo il tuo nome
Su ogni mio infranto rifugio
Su ogni mio crollato faro
Sui muri della mia noia
Io scrivo il tuo nome
Sull'assenza che non desidera
Sulla nuda solitudine
Sui sentieri della morte
Io scrivo il tuo nome
Sul rinnovato vigore
Sullo scomparso pericolo
Sulla speranza senza ricordo
Io scrivo il tuo nome
E per la forza di una parola
Io ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per nominarti
Libertà.
PAUL ELUARD
Lentamente muore
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicità.
P. Neruda
I bambini imparano
I bambini imparano
Se il bambino vive nella critica ,
impara a condannare.
Se vive nell’ostilità,
impara ad aggredire.
Se vive deriso,
impara la timidezza.
Se vive vergognandosi,
impara a sentirsi colpevole.
Se vive trattato con tolleranza,
impara ad essere paziente.
Se vive nell’incoraggiamento,
impara la fiducia.
Se vive nell’approvazione,
impara ad apprezzare.
Se vive nella lealtà,
impara la giustizia.
Se vive con sicurezza,
impara ad avere fede.
Se vive volendosi bene,
impara a trovare
amore ed amicizia nel mondo.
Doret's Law Nolte
sabato 21 marzo 2009
La Grammatica
La grammatica ha un ruolo importantissimo nella lingua, le sue regole servono a disciplinare la lingua al fine di comunicare ed espromersi senza caos.
La grammatica si distingue in:
fonologia che insegna la corretta pronuncia (ortoepìa) e la corretta scrittura (ortografia) delle parole;
morfologia che insegna a riconoscere le parole in quanto parti variabili (nome, articolo, verbo, aggettivo, pronome) e invariabili (avverbio, preposizione, congiunzione, interezione) del discorso;
sintassi che insegna a coordinare le parole nella proposizione e le singole proposizioni nel periodo. Nel primo caso si ha la sintassi semplice, nel secondo la sintassi composta.
La pubblicità
La pubblicità
Questo mondo difficile
nel quale oggi si vive
con il dubbio perenne di non sapere
che marca di sapone è la migliore,
quale squadra di calcio
vincerà il campionato,
questo orrendo frastuono
di tram che propagandano auto
e di auto che propagandano calze,
l'ansito caldo
dell'aspirapolvere del vicino
che incomincia a ronzare
quando il sonno è più dolce,
il latrato
dei cani di lusso che saltano sulle poltrone,
in fine tutta questa orribile
confusioni di cartelli e di strilli,
il pandemonio pazzo
di cui alcuni vivono
senza lasciar vivere gli altri
deve finire, finirà di cadere
come il muro in rovina
di un castello.
Fu opera degli uomini,
per mano degli uomini cadrà.
Però mi spiace, credetemi,
perdermi lo spettacolo,
affascinante e schietto,
di vedere il mondo
senza la sua mano di belletto
e di colori maligni
per annunciare
una marca di anice, un frigorifero,
o un nuovo meccanismo,
e ascoltare ancora
parole riscattate,
voci allegre, familiari, libere,
che non sembrino annunciatori,
o andare a passeggio per i campi
senza imbattersi
nei cartelloni della coca-cola
appesi alle muraglie
di una cassetta al bordo del sentiero.
José Goytisolo
Spiegazione in prosa della poesia.
Questa poesia parla dell'aspetto negativo della pubblicità.
Racconta che oggi giorno le persone si pongono il continuo problema di conoscere le marche dei prodotti attraverso la pubblicità e sapere le notizie frivole come ad esempio la squadra che vincerà il campionato; ma tutto questo è frutto della mente umana e quindi è destinato a finire.
Il poeta termina col dire che comunque, siamo abituati a vedere la pubblicità, non possiamo più farne a meno e certe volte avere la nostalgia delle immagini, dei colori sgargianti e del potere di persuasione che trasmette.
Questo mondo difficile
nel quale oggi si vive
con il dubbio perenne di non sapere
che marca di sapone è la migliore,
quale squadra di calcio
vincerà il campionato,
questo orrendo frastuono
di tram che propagandano auto
e di auto che propagandano calze,
l'ansito caldo
dell'aspirapolvere del vicino
che incomincia a ronzare
quando il sonno è più dolce,
il latrato
dei cani di lusso che saltano sulle poltrone,
in fine tutta questa orribile
confusioni di cartelli e di strilli,
il pandemonio pazzo
di cui alcuni vivono
senza lasciar vivere gli altri
deve finire, finirà di cadere
come il muro in rovina
di un castello.
Fu opera degli uomini,
per mano degli uomini cadrà.
Però mi spiace, credetemi,
perdermi lo spettacolo,
affascinante e schietto,
di vedere il mondo
senza la sua mano di belletto
e di colori maligni
per annunciare
una marca di anice, un frigorifero,
o un nuovo meccanismo,
e ascoltare ancora
parole riscattate,
voci allegre, familiari, libere,
che non sembrino annunciatori,
o andare a passeggio per i campi
senza imbattersi
nei cartelloni della coca-cola
appesi alle muraglie
di una cassetta al bordo del sentiero.
José Goytisolo
Spiegazione in prosa della poesia.
Questa poesia parla dell'aspetto negativo della pubblicità.
Racconta che oggi giorno le persone si pongono il continuo problema di conoscere le marche dei prodotti attraverso la pubblicità e sapere le notizie frivole come ad esempio la squadra che vincerà il campionato; ma tutto questo è frutto della mente umana e quindi è destinato a finire.
Il poeta termina col dire che comunque, siamo abituati a vedere la pubblicità, non possiamo più farne a meno e certe volte avere la nostalgia delle immagini, dei colori sgargianti e del potere di persuasione che trasmette.
Pubblicità
La pubblicità è l'anima del commercio e l'anima della pubblicità è lo slogan (messaggio svelto e sintetico).
Lo slogan pubblicitario richiama l'attenzione di un pubblico mediante accorgimenti ed enfatizzando il codice linguistico.
L'inventore dello slogan ricorre ai prefissi extra, iper, super, ultra, e li premette senza scupoli grammaticali, non solo agli aggettivi ma anche ai nomi, ai verbi e agli avverbi ( extravergine, ipercandeggiante, superpannolino, ultraspray...);
usa nomi composti(ammazzasete, attaccatutto...);
usa locuzioni in cui gli aggettivi svolgono il ruolo di avverbi (veste giovane, lava bianco, stira morbido...);
usa la rima;
conia parole nuove (amarevole).
Lo slogan pubblicitario richiama l'attenzione di un pubblico mediante accorgimenti ed enfatizzando il codice linguistico.
L'inventore dello slogan ricorre ai prefissi extra, iper, super, ultra, e li premette senza scupoli grammaticali, non solo agli aggettivi ma anche ai nomi, ai verbi e agli avverbi ( extravergine, ipercandeggiante, superpannolino, ultraspray...);
usa nomi composti(ammazzasete, attaccatutto...);
usa locuzioni in cui gli aggettivi svolgono il ruolo di avverbi (veste giovane, lava bianco, stira morbido...);
usa la rima;
conia parole nuove (amarevole).
Dialetto napoletano
Dialetto napoletano:
Marzo
Marzo: nu poco chiove
e n’ato ppoco stracqua
torna a chiovere, schiove,
ride ‘o sole cu ll’acqua.
Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera,
mo d’’o vierno ‘e tempesta,
mo n’aria ‘e Primmavera.
N’ auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole,
ncopp’’o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole.
Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’ auciello songo io.
(Salvatore Di Giacomo)
(Traduzione di P. P. Pasolini)
Marzo ) Marzo: un po' piove / e dopo un po' cessa di piovere: / torna a piovere, spiove, / ride il sole con l'acqua. / Ora un cielo celeste, / ora un'aria cupa e nera: / ora le tempeste dell'inverno, / ora un'aria di primavera. / Un uccello freddoloso / attende che esca il sole: / sopra il terreno bagnato / sospirano le viole... / Caterina!...Che vuoi di più? / Cerca di capirmi, cuore mio! / Marzo, lo sai, sei tu, / e quest'uccello sono io.
Marzo
Marzo: nu poco chiove
e n’ato ppoco stracqua
torna a chiovere, schiove,
ride ‘o sole cu ll’acqua.
Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera,
mo d’’o vierno ‘e tempesta,
mo n’aria ‘e Primmavera.
N’ auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole,
ncopp’’o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole.
Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’ auciello songo io.
(Salvatore Di Giacomo)
(Traduzione di P. P. Pasolini)
Marzo ) Marzo: un po' piove / e dopo un po' cessa di piovere: / torna a piovere, spiove, / ride il sole con l'acqua. / Ora un cielo celeste, / ora un'aria cupa e nera: / ora le tempeste dell'inverno, / ora un'aria di primavera. / Un uccello freddoloso / attende che esca il sole: / sopra il terreno bagnato / sospirano le viole... / Caterina!...Che vuoi di più? / Cerca di capirmi, cuore mio! / Marzo, lo sai, sei tu, / e quest'uccello sono io.
Il dialetto
Il dialetto è una lingua che viene usato nella vita familiare perche gli si riconosce freschezza ed efficacia espressiva, mentre ci si astiene dall'usarlo in pubblico nel timore che degradi il livello culturale e sociale.
Eppure il dialetto non ha nulla da invidiarealla lingua nazionale: esso è una lingua completa con norme morfologiche, fonologiche e sintattiche da osservare.
Molti scrittori e poeti hanno scritto, servendosi dei mezzi espressivi del dialetto, opere di elevato livello artistico.
Eppure il dialetto non ha nulla da invidiarealla lingua nazionale: esso è una lingua completa con norme morfologiche, fonologiche e sintattiche da osservare.
Molti scrittori e poeti hanno scritto, servendosi dei mezzi espressivi del dialetto, opere di elevato livello artistico.
La poesia
è un modo per esternare un proprio pensiero e i propri sentimenti che raccontiamo a coloro che ci leggono
La filastrocca
dice la verità col sorriso ed in essa c'è sempre un messaggio, una morale. Sono un'accozzaglia di sillabe, parole, frasi che talvolta ripetono lo stesso motivo.
Le conte
sono fantasiose, divertenti, musicali. Hanno rime e un ritmo semplice, costituiscono un patrimonio che non va disperso. Accompagnano il gioco del sorteggio in cui uno dei bambini canta la formula e tocca una parte del corpo degli altri, i quali se perdono escono dal cerchio oppure subiscono la penitenza.
La ninna nanna
è una cantilena che serve a far addormentare i bambini. E' breve, monotona e priva di nesso logico. Una singolare forma di nanna nanna è quella a carattere fiabesco, con cui si da un avvertimento e ci sono fate e angeli che arrecano il sonno.
Lo scioglilingua
è un gioco di parole con o senza significato, difficile da pronunciare e va recitata in modo rapido. E' un ottimo esercizio per vincere le difficoltà di pronuncia.
L'indovinello
ha una struttura metrica e comincia con una formula che varia da luogo a luogo.
è un modo per esternare un proprio pensiero e i propri sentimenti che raccontiamo a coloro che ci leggono
La filastrocca
dice la verità col sorriso ed in essa c'è sempre un messaggio, una morale. Sono un'accozzaglia di sillabe, parole, frasi che talvolta ripetono lo stesso motivo.
Le conte
sono fantasiose, divertenti, musicali. Hanno rime e un ritmo semplice, costituiscono un patrimonio che non va disperso. Accompagnano il gioco del sorteggio in cui uno dei bambini canta la formula e tocca una parte del corpo degli altri, i quali se perdono escono dal cerchio oppure subiscono la penitenza.
La ninna nanna
è una cantilena che serve a far addormentare i bambini. E' breve, monotona e priva di nesso logico. Una singolare forma di nanna nanna è quella a carattere fiabesco, con cui si da un avvertimento e ci sono fate e angeli che arrecano il sonno.
Lo scioglilingua
è un gioco di parole con o senza significato, difficile da pronunciare e va recitata in modo rapido. E' un ottimo esercizio per vincere le difficoltà di pronuncia.
L'indovinello
ha una struttura metrica e comincia con una formula che varia da luogo a luogo.
Neologismi
I neologismi nascono, nel nostro tempo, dall'esigenza di dare un nome alle numerose scoperte della ricerca tecnica e scientifica ed ai nuovi aspetti della vita sociale, economica e politica
L'elisione e il troncamento
L'elisione
Gli articoli davanti alle parole che iniziano per vocale (a- e- i- o-u) la,lo, una diventano l', un';
le preposizioni articolate dalla della diventano dall', dell';
Gli aggettivi questo, quello, santo, bello (sia al maschile che al femminile) diventano quest', quell', Sant', bell'.
Il troncamento si ha quando una parola di almeno due sillabe, con vocale finale àtona, ed è preceduta da l,m,n,r perde la vocale o l'intera sillaba (un, nessun, alcun, buon...).
Le parole tale, quale diventano tal, qual (tal era, tal anima, qual è).
Gli articoli davanti alle parole che iniziano per vocale (a- e- i- o-u) la,lo, una diventano l', un';
le preposizioni articolate dalla della diventano dall', dell';
Gli aggettivi questo, quello, santo, bello (sia al maschile che al femminile) diventano quest', quell', Sant', bell'.
Il troncamento si ha quando una parola di almeno due sillabe, con vocale finale àtona, ed è preceduta da l,m,n,r perde la vocale o l'intera sillaba (un, nessun, alcun, buon...).
Le parole tale, quale diventano tal, qual (tal era, tal anima, qual è).
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