sabato 7 febbraio 2009

Italiano

L'italiano come le altre lingue neo - latine (francese, spagnolo, portoghese, rumeno) deriva dal latino.
I Romani giunsero a conquistare quasi tutto il mondo conosciuto al loro tempo ed ai popoli vinti imposero, insieme con le loro leggi, la propria lingua: il latino.
Parole e frasi latine sono entrate nell'uso della lingua italiana e non soltanto nella lingua specialistica dei filosofi, dei giuristi... ma anche in quella della pratica comunicazione giornaliera.
Queste alcune espressioni latine che frequentemente inseriamo nei nostri discorsi per conferire maggiore nerbo ed incisività espressiva:
In vino veritas:nel vino è la verità. Nello stato di ubriachezza,l'uomo esprime pensieri, formula giudicizi, che in circostanze diverse avrebbe tenuto per sè.
Ubi maior, minor cessat: dove c'è una persona più importante, la meno importante si tira indietro. E' la frase chein tono fra scherzoso e cerimonioso, pronunciamo nel dare la precedenza a persone di riguardo.

Risalgono al periodo compreso tra l'VIII ed il X secolo i primi documenti della nostra lingua. I più noti di questi documenti sull'origine della nostra lingua : sono
1)- indovinello veronese (fine VIII secolo)che allude all'arte dello scrivere;
2)- carta capuana che riproduce il discorso di un testimone durante una vertenza giudiziaria sorta, per una questione di confini, fra il monastero di Montecassino e un tale Rodelgrimo di Lapo.
Indovinello veronese:
Se pareba boves, alba pratalia araba, et albo versorio teneba, et negro semen seminaba.
Tradotto e interpretato così:
Si spingeva avanti i buoi (le dita di chi scrive), arava un campo bianco (il foglio di carta) e teneva un bianco aratro (la penna d'oca) e seminava nero seme (l'inchiostro).
Carta capuana:
Sao ko kelle terre fini que ki contene,
trenta anni le possette parte sancti Benedicti.
Tradotto così:
So che quelle terre con quei confini che qui (nella carta) si contengono, le possedette per trent'anni la parte (il monastero) di San Benedetto.

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